Rom e rifiuti

Campo nomadiSono l’emergenza attuale: è tipico dei governi che vogliano prendere decisioni impopolari o, semplicemente, ingiuste e al limite del costituzionale, pompare mediaticamente l’emergenza per giustificare ogni nefandezza. Purtroppo in questa contingenza storico-giornalistica si ha come la sensazione che i nodi stiano venendo al pettine: i nodi degli scarti della nostra società, cresciuta troppo in fretta, che adesso deve fare i conti con i propri rifiuti, materiali e umani e non sà cosa farne. E allora sogna di vederli volare via col fumo degli inceneritori e dei roghi. Ho la sensazione che l’Italia, più che in una spirale di razzismo, sia stata colpita da improvissa cataratta perchè non vuole davanti agli occhi quello che sognava di aver rimosso: la povertà e gli oggetti "Inutili". Ecco, il filo conduttore triste di tutta questa vicenda è, sostanzialmente, il concetto di "INUTILITA’", al quale fà da contraltare il concetto di utilità. E’, quello dell’utilità, il parametro col quale misuriamo gli oggetti, se inutili li mettiamo al secchio, andando ad alimentare chi si nutre dell’inutilità altrui (Società che gestiscono la nettezza urbana e poveracci), e che ci dimostrano come non esistano "COSE INUTILI"; piuttosto siamo noi che non sappiamo cosa farne, perchè non abbiamo il senso del riutilizzo delle cose, avendone perso il senso vero del valore…riteniamo ogni cosa potenzialmente mondezza. E allo stesso modo applichiamo abominevolmente il concetto di utilità anche sugli esseri umani, non rendendoci conto che non sono oggetti, che non si possono buttare. E così, come gli oggetti dei quali non sappiamo cosa farne, li bruciamo per levarceli dalla vista, ugualmente sognamo di poter bruciare le persone, perchè non sappiamo cosa farne, perchè abbiamo perso il senso della differenza che esiste tra uomini e cose; perchè non sapendo valutare le cose che hanno, almeno, il parametro oggettivo del costo d’acquisto, sappiamo ancor meno valutare le persone, e le poniamo allo stesso livello degli oggetti: o li "USIAMO" o li bruciamo.
Ma in tutto ciò c’è una miopia di fondo: non ci rendiamo conto che quei rifiuti si atuoalimentano, sostenuti da altri scarti, quelli dei nostri lavori: i lavori che non vogliamo più fare, i sentimenti che ci disturbano e ci inchiodano alla nostra responsabilità perchè é più comodo affidare il nonno alla badabte rumena che dedicargli del tempo. Insomma, se questa millantata emergenza fosse vera, ci troveremmo difronte al campanello d’allarme che proviene dalle fogne della nostra esistenza a ricordarci che non potevamo vivere sempre a Disneyland

9 Risposte to “Rom e rifiuti”

  1. marish Says:

    interessante…

  2. kolchoz Says:

    Oddio: dimmi che mi stai prendendo per il culo!

  3. gau Says:

    Non vedo il nesso con la situazione italiana attuale.

  4. kolchoz Says:

    No eh? Nessun nesso? Mettila così: ci siamo illusi che la ricchezza e il benessere diffuso ci permettessero di poter dimenticare i problemi, invece i nostri rifiuti (Umani, materiali e lavorativi) stanno lì a ricordarci che l’Italia è e rimarrà un paese di pezzenti.

  5. gau Says:

    Se mai è l’esatto contrario. Per un malinteso senso di accoglienza e immarcescibili velleità terzomondiste (di cui sei uno degli esempi più lampanti che io conosca) abbiamo gestito la questione immigrazione senza alcun criterio. Consentendo a questa gente di entrare per i notivi più disparati – spesso nobili, spesso no – senza preoccuparci delle conseguenze, per noi ma anche per loro. Quanto ai rifiuti prova a fare il filosofo con la camorra: esponigli le tue balzane teorie.
    Poi ci dici com’è andata.

  6. kolchoz Says:

    Le mie erano considerazioni più generali….giuro!

  7. gau Says:

    Lo spero bene…diavolo d’un bolscevico…

  8. utente anonimo Says:

    Questi georgiani… M

  9. kolchoz Says:

    A proposito di “TERZOMONDISMO”, un solo commento: “Filosofie terzomondiste che non farebbero altro che condannare il paese a ideologie sconfitte dalla storia in tutto il mondo, ma che evidentemente i comunisti non sono ancora stanchi di sostenere. Complimenti.”

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